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E-health e cronicità cardiovascolare. Il paziente ipercolesterolemico (e anticoagulato) tra innovazione e nuovi scenari in Regione Puglia

Sanità pubblica Redazione DottNet | 12/04/2021 13:42

La sanità digitale oggi rientra tra i temi più dibattuti e tra le novità di assistenza più richieste da specialisti e pazienti

In voga e inevitabile. A un anno dall'inizio della pandemia da Covid 19 il tema della sanità digitale rimanda a sperimentazione avviate e a progetti da collaudare, ma anche a procedure già note che hanno però ricevuto una spinta importante alla concretizzazione. La sanità digitale oggi rientra tra i temi più dibattuti e tra le novità di assistenza più richieste da specialisti e pazienti. A che punto siamo? quali sono i vantaggi? cosa fare ora?: sono queste solo alcune delle domande emerse durante l'evento "E-health e cronicità cardiovascolare. Il paziente ipercolesterolemico (e anticoagulato) tra innovazione e nuovi scenari in Regione Puglia" organizzato da Sanitanova con il contributo non condizionato di Daiichi-Sankyo.  

"Si tratta di un tema in voga ma le cose non sono così semplici - ha detto Giovanni Gorgoni, Direttore Generale dell'Aress Puglia in apertura dei lavori - la trasformazione digitale non si può risolvere in una traduzione digitale di processi nati in contesti diversi. Abbiamo bisogno di ribaltare il punto di vista, serve sviluppare riflessioni sulla esperienza digitale del paziente per riprogrammare la digitalizzazione dei processi, dei percorsi e dei saperi, anche di quelli dei professionisti. Oggi siamo chiamati a un nuovo gioco di squadra e di sistema che deve focalizzare l'attenzione sulla digitalizzazione delle reti e delle cronicità, ma siamo chiamati anche a sostenere un confronto costruttivo con le università e le società scientifiche che devono validare procedure e processi nuovi".    

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La Puglia annovera già alcune importanti esperienze in tema di e-health soprattutto in ambito cardiologico: "a quanto ottenuto già fino a oggi dobbiamo aggiungere nuove sperimentazioni - ha detto Ottavio Di Cillo, Direttore dell'Area e-healt dell'Aress - tra le proposte più innovative c'è sicuramente un progetto di gestione dei pazienti in terapia anticoagulante orale che deve coinvolgere i centri specialistici, i medici di medicina generale, le farmacie e l'assistenza territoriale. Un progetto integrato che naturalmente si basa anche sull'uso di tecnologie all'avanguardia". 

Il direttore scientifico dell'evento, Pasquale Caldarola, Direttore del Dipartimento Cardiologico della Asl Bari, ha ricordato le linee guida europee che per la prima volta suggeriscono di utilizzare strumenti anche semplici di telemonitoraggio. "Nel passaggio dalle parole ai fatti dobbiamo riflettere sulla capacità di aderenza alla terapia che si traduce anche in cambio di stile di vita - ha detto Caldarola - serve una comunicazione più attenta sulla malattia ma possiamo usare degli strumenti di supporto (patient support program). Abbiamo sperimentato per esempio l'uso di app con i pazienti dislipidemici che hanno aiutato l'aderenza alla terapia anche attraverso strumenti di remind, di informazione specifica con la possibilità di trasmettere i dati significativi ai propri medici di base. E' in fase di avvio anche un progetto di studio per pazienti che assumeranno l'acido bempedoico (nuovo farmaco ipolipemizzante non statinico che inibisce la biosintesi epatica di colesterolo): i pazienti saranno contattati da una "voce amica" che ricorderà gli impegni principali e che li supporterà nel percorso di cura. In tutti questi progetti però va sottolineata l'importanza di un coinvolgimento del paziente che deve essere accompagnato e guidato all'uso di strumenti di telemedicina".

Solo nel corso del 2019 la spesa per la sanità digitale è cresciuta del 3 per cento e il 25 per cento dei cittadini riferisce di raccogliere dati sulla salute attraverso app o dispositivi indossabili: di questi il 5 per cento condivide i propri dati con il medico di base. Dai dati raccolti dall'Osservatorio Innovazione digitale in Sanità del Politecnico di Milano è emerso che "il 57 per cento degli specialisti e il 50 per cento dei medici di medicina generale ritengono che le terapie digitali avranno un impatto significativo nei prossimi 5 anni, in particolare per la possibilità di monitorare l'alimentazione, l'attività fisica e l'aderenza alle terapie". 

"A partire da questi dati così significativi sul tema della sanità digitale è chiaro che le società scientifiche non possono che avere un ruolo centrale - ha detto Francesco Mastroianni, presidente della Fadoi Puglia, la Società scientifica di medicina interna - per la capillarità delle reti, per la possibilità di offrire un contributo scientifico e per gli strumenti di divulgazione". A condividere questo punto di vista è stato anche Massimo Grimaldi, Presidente Anmco Puglia, Associazione nazionale medici cardiologi ospedalieri. "Gli studi fatti già qualche anno fa hanno messo in evidenza come la telemedicina abbiamo un impatto importante su mortalità e ospedalizzazione. Dal 2012 in Puglia abbiamo attivato un progetto di Telecardiologia che consentiva interventi salvavita in tempi molto rapidi e lo stesso progetto è stato poi riorganizzato nel 2019 con apporto importante delle società scientifiche che garantisce l'apporto delle conoscenze più recenti a tutto vantaggio dei cittadini". Anche rispetto al sostegno alle reti delle cronicità l'apporto delle società scientifiche è fondamentale: "il nostro compito è di definire quali gli strumenti utili, quali sono i dati che servono e come devono essere utilizzati. Gli strumenti utilizzati anche in questa fase Covid sono stati ritenuti utili e vantaggiosi anche e soprattutto da parte dei cittadini". Luigi My, Responsabile della unità di Cardiologia della Casa di Cura Villa Verde di Taranto, ha sottolineato la necessità di coinvolgere in maniera attiva e partecipata i pazienti mentre Claudio Paolillo, Direttore della Cardiologia dell'Ospedale di Corato, ha rimarcato l'importanza - per garantire una reale diffusione della telecardiologia - di attrezzare tutte le strutture sanitarie e di coinvolgere tutte le figure professionali, dagli specialisti ai medici di medicina generale. "La telecardiologia è un vantaggio per l'intera comunità di cura e per il cittadino - ha detto Paolillo - e durante questo periodo abbiamo avuto la netta percezione dell'importanza di sviluppare in maniera compiuta tutto il percorso di partecipazione". 

"Le attività sviluppare negli anni scorsi ci hanno dato risultati importanti - ha detto il professor Marco Matteo Ciccone, Direttore della Cardiologia del Policlinico di Bari - abbiamo fatto studi e progetti di ricerca di telemonitoraggio che certo oggi potrebbero facilmente coinvolgere pazienti nella fase post - Covid".

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